Articolo Benessere Estetica
Caduta dei capelli e calvizie femminile. Rimedi freccemartedì 19 novembre 2013      


La caduta dei capelli e la calvizie non sono un problema esclusivamente maschile, visto che ne possono essere interessate anche le donne, solo che per lo più in questo caso si tratta di un problema non solo meno comune, ma spesso temporaneo e completamente reversibile. Infatti, molto spesso ad una fase di caduta segue una fase di ricrescita, fase che negli uomini non si verifica altrettanto frequentemente, ed è una condizione che interessa il 25% della popolazione femminile almeno una volta nel corso della vita. Il capello vive fasi differenti: ad una fase di riposo segue normalmente una fase di crescita, che vede impegnati circa l’85% dei capelli, e  la caduta, seppur momentanea, avviene per lo più nella fase di riposo.

Quindi niente panico se nella spazzola si cominciano ad un certo punto a trovare un bel po’ di capelli, perché in fondo si tratta di una condizione fisiologica che interessa un po’ tutte, piuttosto è necessario fare attenzione allo stato del capello, ovvero se è debole, fragile e sfibrato, se ha perso corposità ed è in quel caso che bisogna cominciare a preoccuparsi. Il diradamento, in questo caso, potrebbe essere decisamente più consistente e quindi evidente, e cresce quindi anche il rischio che non si tratti di una caduta momentanea e quindi reversibile.

Se si tratta della caduta fisiologica, come detto in precedenza, la sola cosa da fare è quella di assumere un po’ di vitamina del gruppo B, cosa che è possibile fare anche con la giusta alimentazione, e poi prestare una particolare cura al cuoio capelluto utilizzando prodotti specifici, mai aggressivi, così da ricreare le condizioni ottimali per la normale crescita del capello. In questo caso, in poco tempo, tutto tornerà come prima. Se invece il capello ha perso corposità, si è indebolito e sfibrato, allora è molto probabile che si tratti di alopecia androgenetica che sicuramente non può essere combattuta con un po’ di vitamina o con un qualsiasi prodotto per l’igiene del capello.

In questo caso si tratta di un problema per lo più familiare, quindi genetico, come del resto suggerisce lo stesso nome dell’alopecia, ma potrebbe essere anche la conseguenza di una eccessiva esposizione all’inquinamento atmosferico, il fumo, una alimentazione disordinata e squilibrata, tutte condizioni che potrebbero aver risvegliato, diciamo così, un problema di altra natura. Di alopecia androgenetica soffre un terzo della popolazione femminile, e si manifesta con il diradamento dei capelli sulle tempie e sulla corona, l’assottigliamento e fragilità del capello che oltre tutto si presenta molto sottile, quasi inconsistente, tutte manifestazioni che rendono questa alopecia facilmente riconoscibile.

La soluzione non è possibile trovarla da soli, per cui è necessario rivolgersi ad uno specialista che, dopo una attenta visita e un’anamnesi del paziente, anche per verificare si esistono in famiglia altri casi di alopecia, adotterà il miglior approccio terapeutico possibile. Solitamente verranno adottati farmaci anti-androgeni, che vanno presi solo dietro prescrizione medica e sempre sotto il diretto controllo dello specialista, oltre ad una serie di prodotti specifici per la cura del capello e del cuoio capelluto, con la speranza che siano sufficienti ad arginare il problema. È quindi necessario che, ai primi segni di alopecia androgenetica, si ricorra prontamente allo specialista perché è bene ricordare che, in questo caso, i capelli caduti, ben difficilmente potranno ricrescere.

Se la terapia non dovesse dare i risultati sperati o se si è intervenuti quando ormai il diradamento era diventato troppo evidente, la soluzione migliore è l’autotrapianto, pratica che per le donne in particolare, riesce a dare ottimi risultati, in particolar modo per quanto riguarda la durata, contrariamente a quanto accade negli uomini che a volte sono costretti a sottoporsi  ripetutamente al trapianto.

L’altra soluzione, che si prende solitamente quando la situazione è troppo compromessa per cui anche il trapianto non potrebbe mettere le cose a posto, è la parrucca che oltre tutto per le donne passa inosservata quasi del tutto, cosa che molte volte non accade per gli uomini.
Infine, va anche detto che la caduta dei capelli può essere la conseguenza anche di alcune malattie o di una particolare condizione come l’allattamento, ma in questo caso, salvo eccezioni, si tratta di una caduta reversibile, quindi del tutto momentanea.

©  RIPRODUZIONE RISERVATA

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Quindi niente panico se nella spazzola si cominciano ad un certo punto a trovare un bel po’ di capelli, perché in fondo si tratta di una condizione fisiologica che interessa un po’ tutte, piuttosto è necessario fare attenzione allo stato del capello, ovvero se è debole, fragile e sfibrato, se ha perso corposità ed è in quel caso che bisogna cominciare a preoccuparsi. Il diradamento, in questo caso, potrebbe essere decisamente più consistente e quindi evidente, e cresce quindi anche il rischio che non si tratti di una caduta momentanea e quindi reversibile.

Se si tratta della caduta fisiologica, come detto in precedenza, la sola cosa da fare è quella di assumere un po’ di vitamina del gruppo B, cosa che è possibile fare anche con la giusta alimentazione, e poi prestare una particolare cura al cuoio capelluto utilizzando prodotti specifici, mai aggressivi, così da ricreare le condizioni ottimali per la normale crescita del capello. In questo caso, in poco tempo, tutto tornerà come prima. Se invece il capello ha perso corposità, si è indebolito e sfibrato, allora è molto probabile che si tratti di alopecia androgenetica che sicuramente non può essere combattuta con un po’ di vitamina o con un qualsiasi prodotto per l’igiene del capello.

In questo caso si tratta di un problema per lo più familiare, quindi genetico, come del resto suggerisce lo stesso nome dell’alopecia, ma potrebbe essere anche la conseguenza di una eccessiva esposizione all’inquinamento atmosferico, il fumo, una alimentazione disordinata e squilibrata, tutte condizioni che potrebbero aver risvegliato, diciamo così, un problema di altra natura. Di alopecia androgenetica soffre un terzo della popolazione femminile, e si manifesta con il diradamento dei capelli sulle tempie e sulla corona, l’assottigliamento e fragilità del capello che oltre tutto si presenta molto sottile, quasi inconsistente, tutte manifestazioni che rendono questa alopecia facilmente riconoscibile.

La soluzione non è possibile trovarla da soli, per cui è necessario rivolgersi ad uno specialista che, dopo una attenta visita e un’anamnesi del paziente, anche per verificare si esistono in famiglia altri casi di alopecia, adotterà il miglior approccio terapeutico possibile. Solitamente verranno adottati farmaci anti-androgeni, che vanno presi solo dietro prescrizione medica e sempre sotto il diretto controllo dello specialista, oltre ad una serie di prodotti specifici per la cura del capello e del cuoio capelluto, con la speranza che siano sufficienti ad arginare il problema. È quindi necessario che, ai primi segni di alopecia androgenetica, si ricorra prontamente allo specialista perché è bene ricordare che, in questo caso, i capelli caduti, ben difficilmente potranno ricrescere.

Se la terapia non dovesse dare i risultati sperati o se si è intervenuti quando ormai il diradamento era diventato troppo evidente, la soluzione migliore è l’autotrapianto, pratica che per le donne in particolare, riesce a dare ottimi risultati, in particolar modo per quanto riguarda la durata, contrariamente a quanto accade negli uomini che a volte sono costretti a sottoporsi  ripetutamente al trapianto.

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Infine, va anche detto che la caduta dei capelli può essere la conseguenza anche di alcune malattie o di una particolare condizione come l’allattamento, ma in questo caso, salvo eccezioni, si tratta di una caduta reversibile, quindi del tutto momentanea.

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